Il gioco illegale in Italia non è solo una piaga economica, ma un fenomeno sociale in rapida espansione. Secondo le stime più recenti, il giro d’affari legato al gioco non autorizzato si aggira attorno ai 25 miliardi di euro. Un dato impressionante, che rivela quanto il settore sia radicato e difficile da estirpare.
Ma ciò che colpisce di più è il profilo del giocatore tipo: under 35, spesso uomo, attratto da piattaforme non regolamentate che promettono vincite facili e anonimato. Questa fascia d’età rappresenta la fetta più consistente del mercato illegale, segno che la prevenzione e l’informazione non stanno raggiungendo i target giusti.
Le ragioni di questa attrattiva sono molteplici:
💸 Accesso immediato e senza controlli: i siti illegali bypassano le verifiche di identità e permettono di giocare anche a chi non dovrebbe.
🧠 Illusione di controllo: molti giovani credono di poter “battere il sistema”, ignorando i meccanismi psicologici che alimentano la dipendenza.
📱 Digitalizzazione e anonimato: l’uso di criptovalute e app non ufficiali rende il tracciamento quasi impossibile.
Le conseguenze? Oltre al danno economico per lo Stato, si moltiplicano i casi di ludopatia, indebitamento e isolamento sociale. Il gioco illegale non è solo una questione di soldi, ma di salute pubblica.
Serve una risposta forte: campagne mirate, educazione digitale e strumenti di controllo più efficaci. E soprattutto, serve parlare ai giovani con un linguaggio che capiscano, prima che sia troppo tardi.
