Nel calcio, ci sono storie che sembrano scritte dalla penna del destino. Quella di Francesco Camarda è una di queste. A 11 anni, con gli occhi pieni di sogni e il cuore rossonero, scriveva in inglese al suo idolo Zlatan Ibrahimovic: “Hi, I’m Francesco. Thank you for coming back to Milan. I hope to meet you one day.” Un messaggio semplice, sincero, che racchiudeva tutta la speranza di un bambino che sognava la Serie A.
Quel bambino oggi ha 17 anni e ha segnato il suo primo gol nel massimo campionato italiano, con la maglia del Lecce, all’ultimo respiro contro il Bologna. Un colpo di testa da centravanti vero, che ha fatto esplodere il Via del Mare e ha acceso i riflettori su un talento che il Milan ha sempre considerato un patrimonio.
Zlatan, oggi dirigente rossonero, non ha dimenticato quel messaggio. Dopo il gol, ha pubblicato lo screenshot della conversazione su Instagram, accompagnandolo con una frase che sa di investitura: “Ora tutti conoscono il tuo nome, non solo io.” Un gesto che va oltre la celebrazione: è il passaggio di testimone da un’icona a un potenziale erede.
Camarda ha sempre cercato di emulare Ibra, non solo nei gol acrobatici, ma anche nella mentalità. Le arti marziali, la gestione della pressione, la fame di migliorarsi: tutto ciò che Zlatan ha incarnato, Francesco lo ha studiato e fatto suo. E Ibra, da parte sua, lo ha sempre difeso e protetto. Quando si parlava di un prestito al Monza, fu proprio lui a opporsi, convinto che il ragazzo dovesse crescere sotto l’occhio attento del Milan.
“È più forte di me alla sua età”, ha detto Zlatan. Parole pesanti, che non si regalano con leggerezza. Ma Camarda non si è fatto travolgere dall’hype. A Lecce sta lavorando, imparando, aspettando il suo momento. E intanto, quel sogno scritto in una chat sei anni fa si è trasformato in realtà.
Ora tocca a lui. Il nome lo conoscono tutti. Il talento c’è. La storia è appena cominciata.